COMPAGNON. Signor Presidente, anche noi vogliamo ringraziarla per aver voluto questo minuto di silenzio e questo ricordo per queste quattro giovani vittime. I bambini - come tutte le morti - non hanno nazionalità, ma non possiamo nasconderci dietro a un dito e fare finta che non esista nel nostro Paese un atteggiamento troppe volte contrario, astioso nei confronti di determinate situazioni.
È proprio in questo senso che il Consiglio d'Europa, nell'ultimo anno, ha emanato due risoluzioni per richiamare i Governi europei ad un'attenzione ed un'azione diversa nei confronti di queste parti di società e di mondo che hanno nazionalità differenti dal luogo in cui risiedono. Credo e spero che questo minuto di raccoglimento e questa riflessione che ci accomuna - tutti gli interventi che mi hanno preceduto, allo stesso modo, chiedono di fare qualcosa di più - possano veramente impegnare la politica e il Parlamento ad andare oltre, a mio avviso, l'eccessiva intolleranza e l'eccessivo egoismo nei confronti di determinate situazioni. Il mondo è globalizzato, il Paese non è più circoscritto e circondato da fili spinati o da confini, ma è aperto e deve essere aperto a tutto, in modo particolare a situazioni come questa. Ritengo, perciò, che tale brevissimo momento di riflessione in quest'Aula potrà e dovrà essere migliorativo di tutto il nostro impegno politico (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro).